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Infanzia digitale

Adolescenti e bambini, l’approccio a smartphone, tablet e rete è diventato uno dei principali obiettivi educativi dei genitori. 



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I consigli di IProtectYou ai genitori su come bambini e adolescenti si debbano rapportare ad apparati tecnologici e rete in modo corretto.

Crescere un figlio nell’era multimediale è una sorta di sfida che ogni famiglia deve affrontare con determinazione investendo sempre più tempo nelle relazioni familiari. Come può un genitore orientare il proprio intervento educativo su un figlio adolescente in una giungla di social network, chat, forum, dati di ogni genere? E ancor prima, quando e come permettere a un bambino di approcciarsi alle apparecchiature tecnologiche? Non è semplice identificare i criteri più adatti affinché tecnologia e multimedialità entrino nella vita di ognuno, durante le diverse fasi dello sviluppo, con equilibrio, mirando a sfruttarne le valenze in modo essenzialmente positivo.


Nasce la famiglia digitale: i nativi digitali, i primi anni del bambino.

Le associazioni di pediatria insorgono. Il numero di smartphone o tablet che viene lasciato nelle mani di bambini sempre più piccoli, quasi come “ciucci” multimediali o giochini innocui, è in aumento esponenziale. I vari device vengono utilizzati come baby sitter elettronici e le conseguenze sul bambino quali sono?

I pediatri americani hanno stilato una serie di norme, un decalogo per genitori responsabili, riguardo all’uso degli apparati tecnologici. La responsabilità dei genitori è enorme perché si abitua il bambino a percepire gli apparati tecnologici come una presenza “naturale”. Pensiamo a chi condivide il momento dell’allattamento con uno smartphone o a un bambino nel passeggino che viene letteralmente ipnotizzato e tenuto a bada da un Ipad.  


1- No al baby sitting digitale: Una prima conseguenza psicopedagogica è che tanta naturalezza nel vedersi affidare i device dai genitori quasi li autorizzerà in futuro, nell’adolescenza, a generalizzare e a pensare che tutti i contenuti della rete, a cui possono accedere con gli apparati digitali, siano positivi.

2- Mai lasciare soli i bambini quando viene affidato loro uno smartphone o un Ipad

3- No all’insonnia da hi-tech: è dimostrato che gli apparati elettronici alterano il sonno di bambini e adolescenti.

4- No a un precoce utilizzo degli apparati elettronici: è dimostrato che provocano danni al cervello se l’utilizzatore è   tra i più piccoli.

5- Germi e batteri si insinuano tra tastiere e display: altro ulteriore, altrettanto valido motivo, per non veicolarli verso i bambini.

6- Rispettare l’età di utilizzo per i videogame disponibili in rete: spesso bambini di 7, 8, 10 anni giocano con videogame i cui contenuti sono altamente violenti e pericolosamente sdogananti la violenza.


La famiglia digitale si approccia alla rete: gli adolescenti e la rete, genitori attenti alle insidie del web


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1-Il genitore deve avere una reale comprensione dello strumento tecnologico: in modo tale da riuscire ad effettuare un controllo e facilitare il dialogo intergenerazionale parlando lo stesso linguaggio tecnologico

2-Il genitore ha il compito di percepire e osservare le alterazioni caratteriali e di comportamento dei figli: adescamento, cyberbullismo, sexting, dipendenza portano a una miriade di psicopatologie e fenomeni dissociativi. Tra questi necessità di aumentare il tempo dedicato a Internet per raggiungere lo stesso grado di soddisfazione precedente; sforzi vani di limitare l’uso di Internet; depressione, irritabilità o instabilità emotiva quando l’uso di Internet viene negato o limitato; mettere a repentaglio risultati scolastici o relazioni sociali e familiari per Internet; abitudine a mentire; compensare emozioni come solitudine, tristezza, bassa autostima, con la rete.

3-Spingere i figli alla socializzazione tramite lo sport:un ottimo modo per socializzare oltre alla scuola, aiuta i ragazzi a provare emozioni vere e a tessere relazioni reali e non virtuali come tramite un videogame. Attraverso l’attività fisica si impara a comprendere se stessi e a conoscere gli altri.

4- Dare modo di far crescere nei figli una passione reale: oggigiorno molteplici sono le possibilità di partecipare a corsi di vario genere, imparare a suonare uno strumento musicale e far parte di un gruppo, approcciarsi al teatro per sviluppare la personalità e superare difficoltà di interazione con i coetanei, corsi di graffiti, pittura, ecc…

5-Dedicare tempo “affettivo” ai figli: non porsi solamente come giudice a controllo di ogni loro azione ma trascorrere insieme tempo qualitativamente elevato.

6-Dialogo costante con la scuola: i colloqui con gli insegnanti permettono di mettere maggiormente a fuoco la situazione evolutiva dei figli.

In definitiva le conseguenze correlate al web possono presentarsi nel breve ma anche nel medio e lungo periodo. Il web può essere fonte di disinformazione, di contenuti manipolati che, senza alcuna capacità critica, rischiano di indurre in confusione e di deviare la realtà dell’adolescente, talvolta creando aspettative illusorie. Un esempio è il fenomeno della curiosità verso la sessualità e l’amore che accompagna l’adolescente negli anni dei profondi cambiamenti, fisici e psichici, della pubertà. Internet al riguardo potrebbe trasmettere un messaggio riduttivo, ridotto alla pornografia se non addirittura a comportamenti perversi che distorcerebbero l’idea di sessualità e amore di un adolescente. Come negli altri momenti della crescita, è fondamentale per i genitori accompagnare i figli lungo il loro percorso e nel caso della rete affrontare insieme ogni possibile dimensione.

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Daniela Schembri Volpe

Redazione IProtectYou

Le nuove forme di dipendenza

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Ciò che i genitori devono sapere

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Cos’è la dipendenza da internet? Qual è il percorso che porta alla dipendenza? Quali atteggiamenti risultano essere più pericolosi nella psicologia di un bambino e di un adolescente? L’associazione Iprotectyou ha intervistato Federico Tonioni, psichiatra presso l’ospedale Gemelli di Roma: i sintomi di dipendenza da internet (conosciuti come internet addictive disorders) sono una manifestazione dei problemi che un individuo, più spesso un adolescente, rischia di incontrare nella sua pratica di navigazione in rete.

 

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Vi siete mai chiesti cosa pensano i vostri figli quando vi vedono sempre con il cellulare in mano? E se un giorno i vostri bambini dovessero stare sempre con lo sguardo sullo smartphone come li convincerete a non farlo, come gli direte che non è una cosa sana se siete voi i primi ad averlo sempre fatto?

Proviamo per un attimo a capire come si possa sentire un bimbo che cerca la nostra attenzione mentre noi siamo intenti a darne troppa ad uno schermo luminoso. Il bimbo che sta crescendo in questo contesto, rischia di essere un bambino con una grave carenza di affetto.

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Le nuove tecnologie aiutano molto l’umanità, è il progresso inevitabile, ma stanno togliendo tanto da altri punti di vista perché, sempre più spesso, sono gestite nel modo sbagliato.

Stiamo – tutti noi adulti ‘tecnologici’ – rischiando di crescere generazioni di bambini che un giorno potrebbero essere un adulto con un disturbo affettivo. Il problema della dipendenza da internet non è solo un problema adolescenziale.

Gli studiosi delle statistiche hanno valutato che attualmente e mediamente, un adulto prende in mano il proprio cellulare, senza motivo, senza quindi che ce ne sia una reale necessità, ogni 3/6 minuti al giorno. Uno sguardo al volo, un occhio buttato su uno schermo che in quel momento non ha nessun ‘bisogno di attenzione’, al contrario di chi sta intorno all’adulto in questione.

Una nuova forma di assenza genitoriale è quella che sta crescendo insieme all’era digitale. Gli studiosi avvisano: ”Un bambino assorbe il comportamento dei genitori già dai primi mesi di vita”. Come spiega il dottor Tonioni, specialista in psichiatria e dipendenze del policlinico Gemelli di Roma : ”I nostri figli assimilano assimilano da noi anche quando sono fuori campo, quando non li vediamo”.

A loro abbiamo inevitabilmente trasmesso un’abitudine malsana difficile da gestire sotto diversi punti di vista. Le persone che dipendono da internet vivono una realtà parallela pericolosa, che si discosta troppo dalla vita reale. O quanto meno, da la sensazione che ci si discosti.

Pensare che una tale dipendenza non sia pericolosa semplicemente perché non si tratta di una droga o di alcool non deve assolutamente attenuare il problema, o far credere che non sia un problema.

La dipendenza da internet provoca delle carenze che rischiano di fare assumere ai ragazzi dei comportamenti pericolosi. ”Le comunicazioni online  – continua a spiegare il dottor Tonioni – creano un appiattimento delle emozioni. Il corpo non parla. La vergogna che si potrebbe provare per una cosa detta male o un comportamento sbagliato avuto difronte ad una persona in carne, non si manifesta davanti ad uno schermo”. E non è difficile capire quanto sia rischiosa una cosa del genere. Niente emozioni, niente vergogna, niente paura. 

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Redazione Iprotectyou

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Pubblicazioni Federico Tonioni

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