Cos’è il deep web? Un luogo dove gli orchi navigano e scambiano materiale pedopornografico. Un mondo virtuale che nasce all’ombra di Internet e si nutre delle debolezze e delle fantasie perverse dell’uomo. I nostri figli trascorrono molte ore della loro giornata in rete, una rete fatta di amici, conoscenti e, purtroppo anche di questi soggetti che sembrano del tutto normali e rispettabili nel mondo reale, ma che nella vita parallela virtuale si trasformano in quanto di più orribile può essere capace l’uomo.
Navigare in Internet senza controllo, per un bambino, può essere pericoloso.
Il web può essere un’arma per chi ne sa approfittare, un pericolo per menti innocenti. E peggio ancora è il DEEP WEB. Deep, tradotto letteralmente, profondo. E per molti, in questo caso, sconosciuto.
Il Deep Weeb è una rete parallela a quella più nota a tutti, ma molto più grande e non raggiungibile attraverso i normali motori di ricerca. Soprattutto è uno spazio virtuale in cui si può agire in maniera anonima. E questo è l’aspetto che lo rende pericoloso.
Per dare un’idea della sua grandezza basti pensare che Google indicizza, per la rete ‘normale’, circa 2 miliardi di documenti.
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Le caratteristiche che lo contraddistinguono lo rendono una zona franca, una sorta di terra di nessuno in cui chiunque, anonimamente, potrebbe compiere dai commerci illegali a crimini di ogni genere. Un ‘luogo’, per esempio, dove gli hacker comunicano tra loro. Dove vengono scambiate informazioni tra organizzazioni criminali, file illegali e quant’altro.
Per accedere al Deep Web è necessario usare dei programmi appositi, come Tor (The Union Router), programmi a pagamento che garantiscono la copertura dell’IP.
Il Deep Web è un pericolo soprattutto per i minori e in cui è adescare vittime per scopi criminali. Questo lo sa bene la Polizia Postale che da tempo è impegnata a bloccare lo scambio di milioni di file illegali, comprese foto e filmati di abusi su minori che circolano sul Deep Web . A fermare chi compie atti illegali nella rete nascosta dove è attivo lo scambio non solo di materiale pedopornografico, ma anche l’adescamento di minori o a volte anche di bambini.
Il compito di combattere i pedofili è affidato agli esperti del Cncpo (Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online), che fa parte del Servizio postale e delle comunicazioni, la polizia del Web diretta da Roberto di Legami. ‘’Sono 1.849 i siti oscurati e classificati nella nostra black list’’, dice Elvira D’Amato a capo del Cncpo. ‘’L’elenco – continua – viene fornito agli Internet Service Provider perché ne venga inibita la navigazione attraverso sistemi tecnici di filtraggio’’. I dati forniti dalla Polizia Postale raccontano di 79 persone arrestate in Italia, 574 denunciate e 23.981 i siti monitorati dagli agenti. ‘’Compiere crimini nelle reti anonime, demoninate Darknet – spiega Carlo Solimene, direttore della II divisione del Servizio postale – non vuole dire rimanere impuniti. Il nostro impegno è quello di investire tutte le nostre risorse per attività investigative innovative, condivise con tutti gli altri paesi’’. I poliziotti agiscono da infiltrati, passando ore e ore a caccia di pedofili nelle reti anonimizzate, entrano a far parte di gruppi di lavoro in Europol e altre polizie internazionali compresa l’FBI.
Molti episodi di abuso coinvolgono minori, anche se in Italia sono meno registrati ‘’perché abbiamo una bella rete di base – continua a spiegare il direttore Carlo Solimene – che è fornita dalla famiglia, dalla scuola e dalla prevenzione della Polizia postale (in collaborazione con il ministero dell’istruzione, le Ong di settore e le compagnie telefoniche), che viene fatta proprio nelle scuole’’. Nell’ultimo anno, grazie a questo impegno, oltre 500 mila ragazzi hanno ricevuto consigli pratici su come evitare le trappole su Internet.
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