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Il deep web: il lato oscuro della rete

Cos’è il deep web? Un luogo dove gli orchi navigano e scambiano materiale pedopornografico. Un mondo virtuale che nasce all’ombra di Internet e si nutre delle debolezze e delle fantasie perverse dell’uomo. I nostri figli trascorrono molte ore della loro giornata in rete, una rete fatta di amici, conoscenti e, purtroppo anche di questi soggetti che sembrano del tutto normali e rispettabili nel mondo reale, ma che nella vita parallela virtuale si trasformano in quanto di più orribile può essere capace l’uomo

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Navigare in Internet senza controllo, per un bambino, può essere pericoloso.

Il web può essere un’arma per chi ne sa approfittare, un pericolo per menti innocenti. E peggio ancora è il DEEP WEB. Deep, tradotto letteralmente, profondo. E per molti, in questo caso, sconosciuto.

Il Deep Weeb è una rete parallela a quella più nota a tutti, ma molto più grande e non raggiungibile attraverso i normali motori di ricerca. Soprattutto è uno spazio virtuale in cui si può agire in maniera anonima. E questo è l’aspetto che lo rende pericoloso. 

Per dare un’idea della sua grandezza basti pensare che Google indicizza, per la rete ‘normale’, circa 2 miliardi di documenti.

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Nel Deep Web, secondo una ricerca del 2000, i documenti si aggirano intorno a 550 milardi. Basti pensare ad un iceberg, dove la parte che emerge dall’acqua è il web accessibile a tutti, mentre la parte sommersa rappresenta il Deep Web. Secondo Wikipedia è: l’insieme delle risorse informatiche del World Wide Web, dove chiunque può cercare e trovare risorse rimanendo anonimo. Un sistema nato per motivi leciti, militari soprattutto, che nasconde l’indirizzo IP e rende anonima la navigazione.

Le caratteristiche che lo contraddistinguono lo rendono una zona franca, una sorta di terra di nessuno in cui chiunque, anonimamente, potrebbe compiere dai commerci illegali a crimini di ogni genere. Un ‘luogo’, per esempio, dove gli hacker comunicano tra loro. Dove vengono scambiate informazioni tra organizzazioni criminali, file illegali e quant’altro.

Per accedere al Deep Web è necessario usare dei programmi appositi, come Tor (The Union Router), programmi a pagamento che garantiscono la copertura dell’IP.

Il Deep Web è un pericolo soprattutto per i minori e in cui è adescare vittime per scopi criminali. Questo lo sa bene la Polizia Postale che da tempo è impegnata a bloccare lo scambio di milioni di file illegali, comprese foto e filmati di abusi su minori che circolano sul Deep Web .  A fermare chi compie atti illegali nella rete nascosta dove è attivo lo scambio non solo di materiale pedopornografico, ma anche l’adescamento di minori o a volte anche di bambini.

Il compito di combattere i pedofili è affidato agli esperti del Cncpo (Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia online), che fa parte del Servizio postale e delle comunicazioni, la polizia del Web diretta da Roberto di Legami. ‘’Sono 1.849 i siti oscurati e classificati nella nostra black list’’, dice Elvira D’Amato a capo del Cncpo. ‘’L’elenco – continua – viene fornito agli Internet Service Provider perché ne venga inibita la navigazione attraverso sistemi tecnici di filtraggio’’. I dati forniti dalla Polizia Postale raccontano di 79 persone arrestate in Italia, 574 denunciate e 23.981 i siti monitorati dagli agenti. ‘’Compiere crimini nelle reti anonime, demoninate Darknet – spiega Carlo Solimene, direttore della II divisione del Servizio postale – non vuole dire rimanere impuniti. Il nostro impegno è quello di investire tutte le nostre risorse per attività investigative innovative, condivise con tutti gli altri paesi’’. I poliziotti agiscono da infiltrati, passando ore e ore a caccia di pedofili nelle reti anonimizzate, entrano a far parte di gruppi di lavoro in Europol e altre polizie internazionali compresa l’FBI.

Molti episodi di abuso coinvolgono minori, anche se in Italia sono meno registrati ‘’perché abbiamo una bella rete di base – continua a spiegare il direttore Carlo Solimene – che è fornita dalla famiglia, dalla scuola e dalla prevenzione della Polizia postale (in collaborazione con il ministero dell’istruzione, le Ong di settore e le compagnie telefoniche), che viene fatta proprio nelle scuole’’. Nell’ultimo anno, grazie a questo impegno, oltre 500 mila ragazzi hanno ricevuto consigli pratici su come evitare le trappole su Internet.

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Redazione IProtectYou

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